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È possibile vivere online la stessa esperienza di acquisto che si ha in negozio fisico? Con SalesMeet si!

Lasciare le proprie fingerprints sul modulo Tranquillity della Stazione Spaziale Internazionale e puntare a rifarlo con l’AI nel settore retail, la storia di Federico Remiti, CEO di SalesMeet AI.

Secondo appuntamento in compagnia degli imprenditori che lavorano insieme a noi nel nostro incubatore. Oggi qui con noi c’è Federico Remiti, CEO della startup SalesMeet AI, azienda che opera in ambito retail per rendere l’esperienza di acquisto su un e-commerce sempre più simile a quella in un negozio fisico. 

Ciao Federico e grazie per essere qui con noi oggi!
Raccontaci in una battuta quello che ti viene in mente unendo insieme in un’unica risposta: Stazione Spaziale Internazionale e Elon Musk.
Dopo avere lavorato come ricercatore nell’industria aerospaziale e avere lasciato le mie “fingerprints” sul modulo Tranquillity della Stazione Spaziale Internazionale, mi sono lanciato nel mondo dell’imprenditoria dopo anni di consulenza manageriale tra gli Stati Uniti e l’Italia. Elon Musk è un modello per me!

Raccontaci perchè hai fondato SalesMeet AI e con quale obiettivo.
Quando vai da “Best Buy” perchè sei dubbioso se comprare un prodotto rispetto ad un altro (c’è troppa scelta oggigiorno!) ne esci frustrato pensando di avere perso del tempo. Magari hai domandato qualcosa sul prodotto al Customer Care del tuo e-commerce di fiducia, e sei invecchiato aspettando la sua risposta; quindi, hai speso ore del tuo tempo prezioso a vedere video comparativi su Youtube e recensioni varie… Quello è il momento in cui rimpiangi i vecchi tempi, quando c’era meno scelta e avevi sotto casa il tuo negoziante di fiducia: anche se costava un poco di più, ti fidavi della sua professionalità. SalesMeet AI vuole risolvere le tue frustrazioni portando gli esperti online in modo “intelligente”: per una offerta come se il venditore ti conoscesse già e sapesse cosa cerchi. Nella nostra “Big Vision”, vogliamo realizzare l’UBER della vendita B2C di prodotti online.

Che cosa ti ha spinto a diventare imprenditore?
Quando ero io nel settore spaziale i progetti duravano 30 anni: ora con il settore privato nell’industria è tutto cambiato (grazie a Musk che aveva appena fondato SpaceX ai tempi). Chi mi conosce sa che la pazienza non è la mia miglior virtù. Forse la risposta più corretta è la mia curiosità innata da ricercatore… non si smette mai di imparare e cerco mestieri che mi consentano di farlo giornalmente, circondandomi di persone più talentuose di me.

Raccontaci una coincidenza o un fatto particolare che ha caratterizzato la storia della tua startup.
Beh, ho lavorato con Mindesk VR negli Stati Uniti e, una volta rientrato a Biella per il COVID, ho chiesto una scrivania in Sellalab e ho raccontato la mia idea di startup a Christian. Non avevo idea che il Gruppo Sella avesse acquisito dPixel e che selezionassero startup anche per Primomiglio SGR, la cui prima exit è proprio Mindesk VR. Come dire, il mondo degli startupper non è poi così grande: da San Francisco a Biella c’è un fil rouge molto lungo oggi che mi rende particolarmente orgoglioso. Un grazie a Banca Sella.

Illustraci un’opportunità e una difficoltà nel fare startup nel settore da te scelto
Tra le opportunità posso dire che il COVID ha accelerato un trend, quello del remote work, in maniera esponenziale ma non organica, e questo ha creato grandi opportunità. Inoltre c’è la grande spinta del Live Streaming Commerce dalla Cina, un’altra onda da cavalcare. Come difficoltà posso parlare delle dinamiche molto italiane: basti menzionare la sentenza del TAR sulla costituzione delle Startup Innovative online, what a mess!

Quali sono i prossimi passi per continuare a crescere?
Siamo ancora al pre-seed per la validazione del prototipo: di crescita ne parleremo presto. Stiamo lavorando a una partnership commerciale con Vidra di Banca Sella e un player importante nel settore Real Estate Commerciale per aiutare tutti i negozianti a vendere solo online, come se fossero in negozio fin quando non possono riaprire, per poi continuare in modalità ibrida: come con tanti altri servizi sperimentati durante il lockdown, speriamo di cambiare le abitudini all’acquisto degli italiani e non solo. Recentemente abbiamo ottenuto anche l’ascolto di aziende importantissime nel panorama mondiale del remote work, come Zoom. Marketplace per developer come il loro sono i veicoli che cerchiamo per la crescita esponenziale.

Rispetto alla tua esperienza sia come lavoratore dipendente sia come imprenditore, quale consiglio/suggerimento daresti a chi vuole iniziare ora a fare una startup?
Le crisi sono funzionali all’economia, è il momento giusto per investire e prepararsi alla crescita. Carpe Diem!

 Perché la scelta di entrare nel nostro incubatore? Che benefici ne hai tratto finora?
Ho deciso di entrare in dpixel perchè ci serviva arrivare strutturati e preparati agli occhi degli investitori. La nostra idea di impresa è decisamente migliorata nel percorso di incubazione grazie agli Investment Manager. Il confronto è essenziale, perché subito dopo gli investitori c’è il mercato, e quello è senza pietà. Arrivare a quel punto impreparati significa finire nelle statistiche di quelle che non ce la fanno: il valore aggiunto dell’incubatore è nella preparazione gratuita e nel networking. dPixel ha un modello unico di incubazione che non richiede equity ma scommette sulla crescita e questo è fondamentale per noi. La fiducia, nella vita imprenditoriale come nello shopping, lo è sempre, non trascuratela cari e-commerce!